Introduzione

Nel seguente articolo illustrerò quattordici esempi di fenomeni naturali che sono in conflitto con la teoria dell’Evoluzione, secondo cui l’universo avrebbe miliardi di anni. I numeri in neretto (spesso milioni di anni) indicano la massima età possibile determinata per ciascun processo, non le età reali. I numeri in corsivo indicano le età richieste dalla teoria di evoluzione per ogni esempio. Il punto è che le massime età possibili sono sempre molto di meno delle età evolutive richieste, mentre l’età biblica (da 6000 a 10000 anni) si inserisce sempre bene all’interno delle massime età possibili. Quindi le seguenti sono evidenze in favore della scala temporale biblica e a sfavore della scala di tempo evolutiva. Esistono anche altre evidenze oltre a queste a favore di un mondo giovane, ma per brevità e semplicità ho scelto questi esempi soli. Alcuni di essi possono essere compatibili con l’idea di un universo vecchio, solamente facendo delle assunzioni improbabili ed indimostrabili. Altri possono essere spiegati solo da un universo giovane. I primi in elenco sono più distanti da noi e riguardano fenomeni astronomici, quindi, man mano, si arriverà a descrivere questioni terrestri, concludendo con fatti, riscontrabili nella vita di ogni giorno. 

1. Le galassie si avvolgono troppo velocemente.

Le stelle che compongono la nostra galassia, la via lattea, orbitano il centro galattico a velocità diverse. Quelle più vicino al centro vanno più velocemente di quelle più distanti. Le velocità di rotazione osservate sono così alte che, se la nostra galassia avesse più di qualche centinaia di milioni di anni, sarebbe ormai un disco senza forma, invece di una spirale come è al presente. Eppure secondo l’evoluzionismo la nostra galassia avrebbe almeno 10 miliardi di anni. Gli evoluzionisti sono consapevoli di questo problema ormai da più di 50 anni. Hanno cercato di spiegarlo in ogni modo con diverse teorie, delle quali ognuna è fallita dopo un breve periodo di popolarità. Questo stesso ‘dilemma di avvolgimento’ si applica pure ad altre galassie. Negli ultimi decenni la soluzione preferita del problema è stata una teoria complicatissima chiamata ‘onde di densità. Però questa teoria ha problemi concettuali, deve essere aggiustata arbitrariamente, e di recente è stata seriamente sfidata dalla scoperta fatta col telescopio spaziale Hubble di una struttura dettagliatissima nel fulcro centrale della galassia M-51. 

2. Troppo pochi resti di supernova .

Secondo le osservazioni astronomiche , le galassie come la nostra esperienza su una supernova ( una stella che esplode violentemente - ) ogni 25 anni . I resti di gas e polveri da tali esplosioni (come la Nebulosa del Granchio ) si espandono verso l'esterno rapidamente e dovrebbero rimanere visibili per oltre un milione di anni . Eppure le parti della nostra galassia vicina , in cui abbiamo potuto osservare tali gusci di gas e polveri contengono solo circa 200 resti di supernova . Questo numero è coerente con solo circa 7.000 anni vale la pena di supernovas.4 

3. comete si disintegrano troppo velocemente. 

Secondo la teoria evolutiva, le comete dovrebbero avere la stessa età del sistema solare intero, cioè circa 5 miliardi di anni. Eppure, ogni volta che una cometa si avvicina al sole, perde così tanto materiale, che non potrebbe sopravvivere più di 100.000 anni. Tipicamente le comete durano 10.000 anni. Gli evoluzionisti spiegano questo disaccordo asserendo che le comete hanno origine in una zona sferica mai osservata, chiamata la ‘nuvola Oort’, al di là dell’orbita di Plutone, oppure siano improbabili interazioni gravitazionali con stelle che passano infrequentemente e che spingano comete dentro al sistema solare, oppure altre interazioni improbabili fra le comete e i pianeti che rallentano le comete in arrivo da lontano, tanto da rendere possibile l’ osservazione di centinaia di esse. Finora, nessuna di queste ipotesi è stata convalidata, né attraverso osservazioni, né con calcoli realistici. Di recente si è parlato della ‘cintura Kuiper,’ una fonte di comete ipotetica a forma di disco, sul piano del sistema solare, appena fuori l’orbita di Plutone. Anche se qualche corpo di ghiaccio esistesse in quella località, non risolverebbe il problema degli evoluzionisti, perché, secondo la loro teoria, la cintura Kuiper si consumerebbe velocemente, se non ci fosse una nuvola Oort a rifornirla. 

4. Non abbastanza fango sul fondo del mare. 

Ogni anno, acqua e vento erodono circa 25 miliardi di tonnellate di terra e rocce dai continenti, depositandole nell’oceano. Questi materiali si accumulano come sedimenti sciolti (cioè fango) sulla roccia ferma basaltica (formata di lava) sul fondo marino. La profondità media di tutto il fango nell’oceano intero, piatti continentali inclusi, è meno di 400 metri. Il modo principale in cui il fango viene espulso dal fondo marino è tramite la sub-adduzione tettonica dei piatti continentali. Cioè il fondo marino scivola lentamente (pochi centimetri all’anno) sotto i continenti, portando con sé sedimenti. Secondo la letteratura scientifica secolare, tale processo espellerebbe solo 1 miliardo di tonnellate di fango all’anno. Per quanto sappiamo, gli altri 24 miliardi di tonnellate verrebbero ad accumularsi. L’erosione avrebbe depositato la quantità di sedimenti attualmente presente in meno di 12 milioni di anni. Eppure, secondo la teoria evolutiva, erosione e sub-adduzione dei piatti continentali hanno continuato a prendere luogo in maniera costante durante gli ultimi 3 miliardi di anni. Se questo fosse vero, i fondi oceanici dovrebbero avere sedimenti di fango decine di chilometri in profondità. Una spiegazione alternativa (creazionista) è che l’erosione causata dalle acque scorrenti dai continenti dopo il diluvio di Noè depositò la quantità di fango attualmente presente entro un breve periodo, circa 5000 anni fa. 

5. Non abbastanza sodio nel mare . 

Ogni anno, i fiumi ed altre fonti scaricano più di 450 milioni di tonnellate di sodio nell’oceano. Solo il 27% di questo sodio riesce a fuoriuscire dall’oceano ogni anno. Per quanto si sa, quello rimanente si accumula nell’oceano. Se non ci fosse stato sodio nel mare all’inizio, si sarebbe accumulato fino a raggiungere la quantità attualmente presente in meno di 42 milioni di anni. Eppure, secondo la teoria dell’Evoluzione ciò sarebbe continuato ad accadere per 3 miliardi di anni! La solita risposta a questa discrepanza è che nel passato l’immissione di sodio doveva essere meno di oggi, e l’emissione più grande. Però, anche se si fanno calcoli usando cifre generose in accordo con le esigenze evolutive, si arriva all’età massima di soli 62 milioni di anni. Se calcoliamo la presenza delle altre sostanze sciolte nell’acqua marina, l’età dell’oceano deve essere ancora più giovani. 

6. Il campo magnetico terrestre si sta deteriorando troppo velocemente.

L’energia totale immagazzinata nel campo magnetico della terra diminuisce ogni mille anni di 2,7. La teorie utilizzate dagli evoluzionisti che cercano di spiegare questa diminuzione rapida, e come sia possibile che la terra abbia mantenuto il suo campo magnetico per miliardi di anni, sono molte complesse ed inadeguate. Esiste una teoria creazionista assai migliore. E’ chiara, è basata su principi fisici accurati, e spiega tanti fatti del campo magnetico, come la sua creazione, le sue inversioni rapide durante il diluvio in Genesi, diminuzioni ed aumenti di intensità sulla superficie fino al tempo di Cristo, e poi una diminuzione costante da allora in poi. Questa teoria è sostenuta dai dati paleomagnetici, storici, ed attuali. Il risultato principale è che l’energia totale del campo (non si tratta dell’intensità superficiale) è sempre diminuita almeno tanto velocemente quanto adesso. A tale rata, il campo non potrebbe avere un’età di più di 10.000 anni. 

7. Molti strati sono troppo piegati .

In tante zone montagnose esistono strati spessi centinaia di metri, che sono piegati e ripiegati da forcella. La scala geologica convenzionale dice che queste formazioni furono profondamente sotterrate e poi indurite per centinaia di milioni di anni prima che si piegassero. Eppure si sono piegate senza creparsi, e con raggi così stretti che per forza la formazione doveva essere ancora fresca e non solidificata quando la piegatura cominciò. Questo suggerisce che la piegatura accadde meno di migliaia di anni dopo la deposizione dei sedimenti. 

8. Il materiale biologico decade troppo veloce .

Il DNA, la radioattività naturale, le mutazioni e il decadimento degradano il DNA e ogni altro materiale biologico rapidamente . Le misurazioni del tasso di mutazione del DNA mitocondriale ha di recente costretto i ricercatori a rivedere l'età di " Eva mitocondriale " che era datata a 200.000 anni e che oggi non avrebbe più di 6.000 anni. Esperti di DNA insistono sul fatto che il DNA non possa esistere in ambienti naturali più di 10.000 anni. Filamenti di DNA ancora intatti sembrano essere stati recuperati dai fossili a cui età presunta è molto più antica : ossa di Neandertal , insetti in ambra e anche da dinosauro fossile. Sono stati rivenuti batteri datati a 250 milioni di anni, il DNA, i tessuti molli e il sangue proveniente in cellule di dinosauro, cosa che ha lasciato gli esperti 25 attoniti. 

9. La radioattività fossilizzata accorcia geologiche " età " ad un paio di anni.

I Radioaloni sono anelli formati intorno a pezzettini di minerali radioattivi nei cristalli di rocca . Essi sono la prova fossile di decadimento radioattivo " schiacciata.

I radioaloni di polonio 218 indicano che le formazioni giurassiche , Triassico , e Eocene nel plateau del Colorado sono stati depositati entro pochi mesi l'uno dall'altro , non centinaia di milioni di anni di distanza , come creduto, secondo la scala temporale convenzionale. Il polonio 218 , non possedendo alcuna traccia degli elementi madri, fa pensare un accelerato decadimento nucleare molto rapido, con conseguente formazione di materiale associato. 

10. Troppo elio di minerali. 

Tutte le famiglie di elementi radioattivi che si trovano in natura producono elio mentre si deteriorano. Se fossero necessari miliardi di anni affinché il deterioramento accadesse, come asseriscono gli evoluzionisti, ci dovrebbe essere molto più elio nell’atmosfera. La velocità della perdita di elio dall’atmosfera nello spazio è calcolabile e piccola. Prendendo quella perdita in considerazione, l’atmosfera di oggi contiene solo 0,05% dell’elio, che avrebbe dovuto accumularsi in 5 miliardi di anni. Questo vuol dire che l’atmosfera è molto più giovane della presunta età evoluzionista. Uno studio pubblicato nel Journal of Geophysical Research dimostra che l’elio prodotto dal decadimento radioattivo in rocce calde nel profondo della terra non ha avuto abbastanza tempo di scappare. Benché si presuma che le rocce abbiano più di un miliardo di anni, il loro grande trattenimento di elio suggerisce un’età di soli migliaia di anni. 

11. C’è troppo carbonio 14 negli strati geologici più profondi 

Il Carbonio 14 si degrada in 5.700 anni. Per questo motivo non dovrebbe esistere nessun carbonio 14 atomi di carbonio in una età superiore ai 250.000 anni .Non dovrebbe essere possibile trovare alcuna fonte naturale di carbonio al di sotto del Pleistocene (Età Glaciale), eppure sono presenti quantità significative di carbonio 14 anche in strati dovrebbero risalire a milioni o miliardi di anni. I laboratori sono stati consapevoli di questa anomalia sin dal 1980 , hanno cercato di risolverla invanoeliminarlo , e sono in grado di tenere conto di esso . Ultimamente meglio tale laboratorio del mondo che ha imparato nel corso di due decenni di misure a basso C14 come non contaminare i campioni esternamente , sotto contratto con i creazionisti , ha confermato queste osservazioni per campioni di carbone e anche per una dozzina di diamanti, che non possono essere contaminati in situ con recente carbon.32 Questi costituiscono una prova molto forte che la terra è solo migliaia , non miliardi , di anni. 

12. Non abbastanza scheletri dell'età della pietra .

Gli antropologi evoluzionisti dicono che l’Età della Pietra è durata almeno 100.000 anni, durante i quali la popolazione mondiale di uomini di Neandertal edi Cro-Magnon rimase più o meno costante tra 1 e 10 milioni. Durante quel periodo seppellivano i loro morti insieme a manufatti. Alla luce di tale ricostruzione, avrebbero dovuto seppellire almeno 4 miliardi defunti. Se la scala di tempo evolutivo fosse corretta, tanti dei 4 miliardi di scheletri dovrebbero essere ancora esistenti (assai più i manufatti) perché le ossa sotterrate dovrebbero durare più di 100.000 anni. Eppure ne sono state trovate solo alcune migliaia, il che suggerisce che l’Età della Pietra sia durata molto meno di quanto gli evoluzionisti pensavano, cioè solo qualche centinaia di anni. 

13. L'agricoltura è troppo recente .

La solita ricostruzione evoluzionista ci narra che gli uomini esistenti all’Età della Pietra, per oltre 100.000 anni furono cacciatori e raccoglitori. Infine scoprirono l’agricoltura meno di 10.000 anni fa. Eppure l’evidenza archeologica dimostra che gli uomini dell’Età della Pietra fossero tanto intelligenti quanto noi. E’ molto improbabile che a nessuna fra le 4 miliardi di persone menzionate nel punto precedente avesse scoperto che le piante crescono da semi. E’ più probabile che gli uomini furono senza agricoltura per solo meno di qualche centinaia di anni dopo il Diluvio Universale, ammesso che ci fu un momento in cui non ci fu agricoltura. 

14. La storia è troppo breve . 

Secondo gli evoluzionisti, l’uomo dell’Età della Pietra esistette per 100.000 anni prima di cominciare a registrare la storia per iscritto, circa 4000 a 5000 anni fa. L’uomo preistorico costruì monumenti megalitici, fece bellissimi dipinti nelle grotte e prese nota delle fasi lunari. Perché allora avrebbe aspettato migliaia di secoli prima di usare gli stessi talenti per registrare la storia ? La scala biblica della misurazione del tempo ci offre una soluzione più probabile.


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