Dio avrebbe potuto usare l'Evoluzione?

Quando consideriamo la possibilità che Dio abbia usato i processi evolutivi per creare attraverso milioni di anni, ci troviamo di fronte a gravi conseguenze.

Durante la Scopes Trial nel 1925, ACLU l’avvocato Clarence Darrow fece salire sul pulpito William Jennings Bryan (visto come l’uomo che rappresenta il Cristianesimo) e lo interrogò sulla sua fede. Nel suo interrogatorio, Darrow minò la fede di Bryan nella Bibbia contro la sua fede nel pensiero scientifico moderno. Darrow interrogò Bryan sul significato della parola giorno nella Genesi. La risposta di Bryan respinse il chiaro insegnamento della Scrittura, che indica che i giorni di Genesi 1 sono sei giorni effettivi di circa 24 ore. Invece, Bryan accettò il pensiero evoluzionistico moderno quando disse: "Penso che per il Dio in cui crediamo, sarebbe altrettanto facile creare la terra in sei giorni come in sei anni, o in sei milioni di anni o in 600 milioni di anni. Io non credo sia importante se crediamo l'una o l'altra cosa. "

Questa non è stata la prima volta in cui un cristiano ha respinto il significato inteso dalla Parola di Dio, e certamente non sarà l'ultima.

Molti cristiani oggi sostengono che i milioni di anni di storia della terra possano calzare a pennello con la Bibbia e che Dio avrebbe potuto usare processi evolutivi per creare. Questa idea non è un'invenzione recente. Per oltre 200 anni, molti teologi hanno tentato tali armonizzazioni in risposta al lavoro di persone come Charles Darwin e il geologo scozzese Charles Lyell, che hanno contribuito a diffondere l'idea di milioni di anni di storia della Terra e dei lenti processi geologici.

Quando consideriamo la possibilità che Dio abbia usato i processi evolutivi per creare nel corso di milioni di anni, ci troviamo di fronte a gravi conseguenze: la Parola di Dio non è più autorevole, e il carattere del nostro amorevole Dio è messo in discussione. 

Implicazioni scritturali

Già ai tempi di Darwin, uno dei più importanti evoluzionisti vide il compromesso coinvolto nel sostenere che Dio ha usato l'evoluzione, e le sue acute osservazioni sono degne di essere ancora lette. Una volta accettata l'evoluzione e le sue implicazioni sulla storia, allora l'uomo diventa libero di selezionare e scegliere quali parti della Bibbia vuole accettare.

Dal punto di vista di un evoluzionista

L'umanista leader del “Darwin’s Day”, Thomas Huxley (1825-1895), ha eloquentemente sottolineato le incongruenze del reinterpretare la Scrittura per adattarla al pensiero scientifico popolare. Huxley, un convinto umanista evoluzionista, era conosciuto come "bulldog di Darwin", poiché egli diffuse le idee di Darwin  più di quanto egli stesso fece. Huxley comprese il cristianesimo molto più chiaramente di quanto abbiano fatto teologi aperti ai compromessi i quali cercarono di aggiungere l'evoluzione e i milioni di anni alla Bibbia. Egli ha usato il loro compromesso contro loro stessi, per portare avanti la sua causa e minare le basi del Cristianesimo.

Nel suo saggio "Lights of the Church and Science" Huxley ha dichiarato:

“Faccio fatica a comprendere come qualcuno, anche solo per un momento, possa dubitare che la teologia cristiana debba stare in piedi o cadere con l’attendibilità storica delle Scritture Ebraiche. La concezione del Messia, o Cristo, è inestricabilmente intrecciata con la storia ebraica; l'identificazione di Gesù di Nazaret con il Messia si basa sull'interpretazione dei passaggi delle Scritture Ebraiche che non hanno alcun valore probatorio a meno che non possiedano il carattere storico loro assegnato. Se l'alleanza con Abramo non è stata stipulata; se la circoncisione e sacrifici non sono stati ordinati da Jahvè; se i "dieci comandamenti" non sono stati scritti dalla mano di Dio sulle tavole di pietra; se Abramo fosse  più o meno un eroe mitico, come Teseo; la storia del Diluvio una finzione; quella della Caduta una leggenda; e quella della Creazione fosse solo il sogno di una veggente; se tutti questi definiti e dettagliati racconti di eventi apparentemente reali non hanno più valore storico di quanto ne abbiano le storie del periodo regale di Roma-  cosa deve essere detto a proposito della dottrina messianica, che è molto meno chiaramente enunciata? E che dire riguardo all'autorità degli scrittori dei libri del Nuovo Testamento, che, su questa teoria, hanno non solo accettato finzioni fragili per verità solide, ma hanno costruito le fondamenta stesse del dogma cristiano su sabbie mobili leggendarie? 

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Huxley si propose che se dobbiamo credere alle dottrine del Nuovo Testamento, dobbiamo credere nel racconto storico della Genesi quale verità' storica. 

Huxley era sicuramente determinato nel distruggere le verità' bibliche. Quando la gente cominciò a rigettare la Scrittura, lui ne fu felice. Ma quando la gente cominciò a cercare armonia tra le idee evolutive e la Bibbia e reinterpretarla, allora lui cominciò ad attaccare tale posizione. 

“Confesso che facilmente perdo la strada quando cerco di seguire coloro che camminano delicatamente tra "tipi" e allegorie. Una certa passione per la chiarezza mi costringe a chiedere, francamente, se lo scrittore intende dire che Gesù' non credeva alle storie in questione o se ci credeva. Quando Gesù' parlò, infatti, dicendo che "il diluvio venne e distrusse tutti', credeva veramente che questo diluvio ebbe luogo o no? Mi sembra che, nella maniera in cui il racconto biblico menzioni la moglie di Noè e i suoi figli e le loro mogli, ci sia una buona evidenza scritturale che a quel tempo, precedentemente al diluvio, la gente fosse sposata e si sposasse. E mi sembra plausibile pensare che anche il loro mangiare e bere, di cui parla la Scrittura, possa essere interpretato letteralmente dal credente più radicale. 

n più, mi chiedo che tipo di valore, come illustrazione dei metodi che Dio usa contro il peccato, ha un racconto di un evento che non è successo? Se non c'è stato un diluvio che ha spazzato via tutti, come può questo racconto essere un avvertimento e non essere preso come il grido "al lupo, al lupo" quando il lupo non c'è? ”

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Huxley poi ha dato una lezione sulla teologia del Nuovo Testamento. Ha citato Matteo 19:4-5  : “Ed Egli rispose e disse loro: "non avete letto che Colui che li fece nel principio, li fece maschio e femmina" e poi disse, "per questo motivo l'uomo lascerà madre e padre e sarà unito alla moglie, e i due diventeranno una sola carne"?”. 

Huxley commentò: "Se l'autorità divina della Scrittura non è ribadita qui, nel ventiquattresimo verso del secondo capitolo della Genesi, qual è il valore del linguaggio usato? Ed ancora mi chiedo, se uno legge velocemente e si perde con la storia della caduta, interpretandola come un 'tipo' o una 'allegoria', cosa succede al fondamento della teologia Paolina?” 

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E a sostegno di questo, Huxley citò 1 Corinzi 15: 21-22: “Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti. Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati.”

Huxley proseguì: "Se Adamo può essere ritenuto una figura non più reale di Prometeo, e se la storia della Caduta è solo un racconto istruttivo paragonabile al profondo mito prometeico, che valore ha la dialettica di Paolo?" 

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Così, per quanto riguarda coloro che hanno accettato le dottrine del Nuovo Testamento insegnate da Paolo e ancor prima da Cristo, ma respinge la Genesi come storia reale, Huxley affermò: "resta il triste fatto che la posizione che hanno preso è irrimediabilmente insostenibile." 

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Egli era irremovibile sul fatto che la scienza (con la quale intendeva quella evolutiva, ovvero le idee su un passato di milioni di anni) avesse dimostrato che nessuno può intelligentemente accettare il racconto della Genesi della Creazione e il Diluvio Universale come verità storiche. Egli ha inoltre sottolineato che le varie dottrine nel Nuovo Testamento dipendono dalla veridicità di questi eventi, come ad esempio l'insegnamento di Paolo sulla dottrina del peccato, l'insegnamento di Cristo sulla dottrina del matrimonio, e l'avviso del giudizio futuro. Huxley derise coloro che cercano di armonizzare l'evoluzione e i milioni di anni con la Bibbia, perché richiede loro di rinunciare a una Genesi storica, pur cercando di salvare le dottrine del Nuovo Testamento.

Qual è stato l'obiettivo di Huxley? Insistette sul fatto che i teologi dovessero accettare l'evoluzione e i milioni di anni, ma sottolineò che, per essere coerenti, avrebbero dovuto rinunciare alla Bibbia totalmente. Il compromesso sarebbe stato impossibile.

Dall’insegnamento di un Leader Cristiano

B. B. Warfield e Charles Hodge, grandi leader della fede cristiana nel corso del 1800, adottarono la teoria dei miliardi di anni riguardo all'età della terra e reinterpretarono Genesi 1 di conseguenza. Per quanto riguarda la discussione su Genesi 1 e sui giorni della Creazione, Hodge disse: "La Chiesa è stata costretta più di una volta a modificare la sua interpretazione della Bibbia per accogliere le scoperte della scienza. Ma questo è stato fatto senza operare alcuna violenza alle Scritture o senza comprometterne assolutamente la loro autorità ".

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SE ACCETTIAMO COMPROMESSI SULLA STORIA DELLA GENESI AGGIUNGENDO MILIONI DI ANNI, DOBBIAMO CREDERE CHE LA MORTE E LA MALATTIA FECERO PARTE DEL MONDO PRIMA CHE ADAMO PECCASSE.

Il libro della Genesi insegna che la morte è il risultato del peccato di Adamo (Genesi 3:19; Romani 5:12, 8:18-22) e che tutta la creazione di Dio era "molto buona" dopo il suo completamento (Genesi 1:31). Tutti gli animali e gli esseri umani erano in origine vegetariani (Genesi 1: 29-30). Ma, se giungiamo a un compromesso sulla storia della Genesi aggiungendo milioni di anni, dobbiamo credere che la morte e la malattia sono state parte del mondo prima che Adamo peccasse. Vedete, i (presunti) milioni di anni di storia della Terra nella documentazione fossile, mostrano segni di animali che mangiavano altri animali, 8 malattie come il cancro nelle ossa, 9violenza, piante con spine 10e così via. Tutto questo avvenne presumibilmente prima della comparsa dell'uomo, e, quindi, prima che il peccato (e la conseguente maledizione della morte, della malattia, delle spine, del cannibalismo e così via) entrasse nel mondo.

I cristiani che credono in una terra antica (miliardi di anni) devono fare i conti con la vera natura del dio di una terra antica, che non è il Dio amorevole della Bibbia. Anche molti leader cristiani evangelici conservatori accettano e promuovono la teoria dei milioni e miliardi di anni basata sull'età delle rocce. Come può un Dio d'amore consentire tali orribili processi come la malattia, la sofferenza e la morte per milioni di anni, come parte della sua creazione "molto buona"?

È interessante notare che il pensiero liberale sottolinea le incongruenze di chi abbracci l'idea di una terra antica,  mentre cerca di aggrapparsi al cristianesimo evangelico. Per esempio, John Shelby Spong, emerito vescovo della diocesi episcopale di Newark, afferma:

"La Bibbia inizia con il presupposto che Dio creò un mondo finito e perfetto da cui gli esseri umani si allontanarono con un atto di ribellione cosmica. Il peccato originale fu la realtà in cui tutta la vita fu  progettata per essere vissuta. Darwin ipotizzò invece una creazione incompiuta e quindi imperfetta... Gli esseri umani non sono passati dalla perfezione al peccato come la Chiesa ha insegnato per secoli… Così il mito di base del cristianesimo, che ha interpretato Gesù come un emissario divino che venne a redimere le vittime della caduta dai risultati del loro peccato originale, perse di credibilità". 

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Ovviamente, questo si riferisce ai milioni di anni associati ai reperti fossili. Il dio di una terra antica è un dio che usa la morte come parte della creazione. La morte, perciò, non può essere la punizione per il peccato e non può essere descritta come l'ultimo nemico (1 Cor 15:26).

Il dio di una terra antica non può quindi essere il Dio della Bibbia, che è in grado di salvarci dal peccato e dalla morte. Così, quando i cristiani giungono ad un compromesso con i milioni di anni, attribuiti da molti scienziati ai reperti fossili, stanno, in questo senso, adorando un altro dio: il dio crudele di una terra antica.

La gente deve ricordare che Dio ha creato un mondo perfetto; così quando guardano questo mondo, non stanno guardando la natura di Dio, ma i risultati del nostro peccato.

Il Dio della Bibbia, il Dio di misericordia, di grazia e amore, ha mandato il Suo Unigenito Figlio per diventare un uomo (restando comunque Dio), per caricare su di sé i nostri peccati perché potessimo essere salvati dal peccato e dalla separazione eterna da Dio. Come 2 Corinzi 5:21 dice: " Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui. "

Non c'è dubbio, il dio di una terra antica distrugge il Vangelo.

La soglia del Compromesso

Ora, è vero che il rifiuto dei sei giorni letterali non influisce in ultima analisi sulla salvezza, se uno è veramente nato di nuovo. Tuttavia, dobbiamo fare un passo indietro e guardare il quadro generale.

Un tempo, in molte nazioni, la Parola di Dio veniva ampiamente rispettata e presa sul serio. Ma una volta che la porta del compromesso è stata aperta, una volta che i leader cristiani hanno ammesso che non si dovrebbe interpretare letteralmente ciò che è scritto nella Genesi, perché il mondo dovrebbe dare retta alla Parola di Dio in qualche parte della terra? Soltanto perché la chiesa ha insegnato che si può usare l'interpretazione che l’uomo ha del mondo (come ad esempio la teoria dei miliardi di anni) per reinterpretare la Bibbia; questo libro visto come un libro sacro, obsoleto e  scientificamente scorretto e non scritto per essere interpretato letteralmente.

Allo stesso modo in cui ogni nuova generazione ha spinto sempre più verso questo compromesso, così ha anche rifiutato sempre più la moralità o la salvezza insegnate nella Bibbia.

Dopotutto, se la storia della Genesi non è corretta, come si può essere sicuri che lo sia tutto il resto? Gesù disse: “Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete, come crederete se vi parlerò delle cose celesti?”.(Giovanni 3:12).

La battaglia non è tra una terra giovane e una terra vecchia, o tra i miliardi di anni e i sei giorni, o tra Creazione ed Evoluzione; la vera battaglia è tra l'autorità della Parola di Dio e le opinioni fallaci dell'uomo.

Perché i cristiani dovrebbero credere nella resurrezione fisica di Gesù Cristo? Soltanto grazie alle parole della Scrittura ("secondo le Scritture").

E perché i cristiani dovrebbero  credere nei sei giorni letterali della creazione? Soltanto grazie alle parole della Scrittura ("In sei giorni il Signore creò...").

La vera questione è quella dell'autorià: l’autorità è la Parola di Dio o la parola dell’uomo? Quindi, potrebbe Dio aver usato l’Evoluzione per creare? La risposta è No. Credere in milioni di anni di evoluzione non contraddice solo il chiaro insegnamento della Genesi e il resto della Scrittura, ma anche si scontra con il carattere di Dio. Egli ci disse nel libro della Genesi, di aver creato l’intero universo e tutto ciò che è in esso in sei giorni con la Sua parola: “Poi Dio disse…”. La Sua Parola è la prova di come e quando Dio ha creato, e la Sua Parola è incredibilmente chiara.

Bibliografia

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J.S. Spong, A call for a new Reformation, www.dioceseofnewark.org/jsspong/reform.html.

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