“Dio fece gli animali selvatici della terra, secondo la loro specie, il bestiame secondo la loro specie e tutti i rettili della terra secondo la loro specie. Dio vide che questo era buono.” Genesi 1:25

Quando ci approcciamo al testo biblico occorre tener presente che la specie animale descritta nel primo capitolo della Genesi non è intesa come scientificamente la si classifica oggi in biologia. Il dato di fatto è che l’autore della Genesi stava cercando di indicare con la parola ebraica “Min” un gruppo di animali con caratteri probabilmente comuni. Ovvero, si riferiva alla creazione di forme originarie, come unità creazionali di tipi base geneticamente polivalenti più o meno specializzati.

Infatti, la parola biblica (Min) usata per “specie” è probabilmente quella con cui oggi gli scienziati definiscono, nella scala della classificazione biologica, il gruppo “famiglia”, “genere”, “specie”, almeno per quanto riguarda il regno animale.

I fatti dimostrano, senza ombra di dubbio, che esistono variazioni nel quadro della famiglia, del genere e della specie. Tanti fenomeni biologici che oggi conosciamo, come la selezione naturale, l’isolamento geografico, la mutazione, l’ibridazione e i diversi meccanismi di speciazione enunciati dalla genetica, e dall’ecologia, li accettiamo pienamente come ipotesi, solo a livello di famiglia, di genere e di specie.

È importante constatare e affermare scientificamente che, questi fenomeni non aggiungono informazioni al DNA e non favoriscono un processo di trasformazione da un organismo più semplice ad uno più complesso, così come insegna la teoria evoluzionista Darwiniana, ma piuttosto si riferiscono a quella che viene definita una MICROEVOLUZIONE, cioè a quelle trasformazioni che avvengono nell’ambito dello stesso tipo base geneticamente polivalente (Min) e che danno origine a numerose speciazioni e varietà genetiche.

Quindi, considerando che la scienza osservabile empiricamente è quella che può essere pienamente accettata, occorre prestare attenzione ad alcune interpretazioni di fatti, piuttosto filosofici che scientifici, risultando inevitabilmente inaccettabili sul piano scientifico.

Questo argomento è estremamente importante, soprattutto in rapporto a quello che è raccontato nella Bibbia, perché ci fa ben comprendere che Dio aveva pianificato ogni cosa, anche per ciò che sarebbe accaduto dopo il diluvio. Infatti, Egli si occupò di salvare, facendo entrare nell’arca, perfino i tipi base di ogni specie di animali (Gen. 7:8-9; 14-16 e 8:17-19), cioè quelli idonei al successivo ripopolamento di una terra sopravvissuta alla catastrofe geologica universale.

Pertanto, dalle affermazioni delle Scritture e da quello che Dio ha dato all’uomo di conoscere fino ad oggi dalla scienza della genetica, è plausibile che il numero di “specie” (Min) create (Barà) al principio e quelle prima del diluvio, fosse inferiore a quello dei nostri giorni.

 

 

 

GLOSSARIO:

La BARAMINOLOGIA ridefinisce alcuni termini e concetti utilizzati nel libro della Genesi e propone una classificazione delle specie viventi, suddivise in baramine, termine ottenuto dalla combinazione delle due parole ebraiche – ברא , bara (“creato”) e מין , mīn (“tipo”). Le baramine sono i gruppi in cui si possono suddividere i tipi di esseri viventi apparsi all’origine dei tempi, da cui si sarebbero sviluppate, nel corso dei millenni, tutte le altre specie e sottospecie. 

La baraminologia dunque, è un sistema diverso per catalogare le specie in gruppi chiamate baramine. Viene proposta come alternativa alla tassonomia biologica della scienza secolare.


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